C’è lista e lista

Recentemente è stata pubblicata nel Web una lista di nomi di uomini politici che sarebbero, secondo il suo estensore, omofobi e nello stesso tempo cripto-omosessuali. Molte voci di dissenso circa questa iniziativa si sono levate da più parti, ed è anche stata avviata un’inchiesta della magistratura.

Effettivamente, anche se forse le intenzioni alla base di questa iniziativa potevano essere buone, in questo caso c’è qualcosa di sbagliato nel metodo. Un’intenzione buona potrebbe essere quella di mettere in evidenza le incoerenze dei politici. Nessuno pretende naturalmente che i politici siano coerenti, ci mancherebbe. Ma è giusto che gli elettori sappiano chi è coerente e chi no, in modo che al momento di esercitare il loro diritto al voto possano effettuare, se lo ritengono opportuno, una selezione basata anche su questo parametro.

Le buone intenzioni però non bastano a cancellare gli errori, che sono almeno due.  In primo luogo mancano, o almeno non sono stati pubblicati, elementi che comprovino le affermazioni fatte. Questo mina alla base la credibilità dell’iniziativa, poiché chiunque può affermare qualsiasi cosa su qualunque argomento, ma in assenza di prove la prudenza porterà a ritenere inattendibili tali affermazioni. In secondo luogo, l’orientamento sessuale è un dettaglio della vita privata che dovrebbe rimanere tale anche per un uomo politico, a meno che egli stesso non voglia renderlo noto, magari per farne una bandiera della sua attività politica.

Tutto questo non significa naturalmente che si debba ignorare del tutto la possibilità che esistano politici omofobi e omosessuali. Anche se magari sono una minoranza, non per questo dovrebbero essere trascurati. Evidentemente costoro soffrono di un grave complesso psicologico, non privo di arcane influenze clericali, che impedisce loro di convivere serenamente con la propria natura, e sfogano sugli altri –coloro che di questo complesso non soffrono e si accettano senza problemi– la loro frustrazione. Sarebbe auspicabile che costoro, sempre sotto la tutela dell’anonimato, ed eventualmente a spese del servizio sanitario pubblico, venissero presentati ad uno specialista che potrebbe aiutarli, col tempo e l’impegno, a guarire (dall’omofobia, s’intende). Nel frattempo però sarebbe opportuno che sospendessero la loro attività politica, perché non è socialmente utile, anzi probabilmente è dannoso, un governante affetto da simili problemi. In ogni caso pubblicare una lista contenente i nomi di questi politici mescolati a nomi di altri che magari non condividono lo stesso problema quasi certamente non gioverà né a loro né a nessun altro.

Probabilmente in quella lista sono poi presenti alcuni omofobi che non sono affatto omosessuali. In quel caso non è auspicabile, credo, imporre una soluzione di tipo medico. Ci si può limitare ad augurare loro di incontrare un bel maschione superdotato che li porti a raggiungere e superare inimmaginate frontiere dell’estasi, in modo tale che possano nel caso migliore allargare le loro vedute e diventare più tolleranti, nel peggiore trasferirsi nella categoria precedentemente esaminata e subire le cure conseguenti, dopo aver comunque sospeso la loro attività pubblica.

Non tutte le liste, tuttavia, sono come quella di cui si è parlato sinora, né è sempre necessariamente errata la decisione di pubblicarle. È possibile additare all’opinione pubblica liste contenenti nomi e cognomi, a patto che il comune denominatore dei loro membri sia ad un tempo un dato di interesse pubblico e dimostrabile in modo certo.

È mia intenzione pubblicare prossimamente una simile lista. Anzi, non una sola, ma una lunga serie. Con la sincera speranza che qualcuno, sentendosene offeso, si faccia avanti per chiedermi di rimuoverle.

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