Totoministro

Interiora

Superfluo precisare che faremmo volentieri a meno di ritrovare ancora Salvini nel novero dei ministri del prossimo Governo, o di qualunque altro successivo. Come minimo, comunque, auspichiamo che non torni al Viminale. D’altra parte è palese come il soggiorno nella storica residenza romana sia stato di suo gradimento, e che farà di tutto per ritornarci. Se proprio dovesse toccarci ancora un Salvini ministro, si potrebbe allora cercare di dirottarlo verso un ruolo alternativo, sperando che non si accorga della differenza.
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La loro Africa

Forse nel futuro ci sarà una qualche storia
africana, ma al presente non ve n’è alcuna:
esiste solo la storia degli europei in Africa.

Hugh Trevor-Roper

Adesso basta, è veramente troppo. La misura è colma. Rimane una sola soluzione possibile: chiudiamo le frontiere. Niente e nessuno deve più passare. E non voglio sentire parole buoniste: nessuno si azzardi a dire “restiamo umani” o altre vuote frasi ad effetto del genere. Guai anche a chi propone: “aiutiamoli a casa loro”. No: che si arrangino!

Forse qualche lettore di Bue punto zero potrebbe a questo punto ritrovarsi in uno stato di incipiente perplessità. Ma come: dopo che hai cercato di convincerci che i confini non hanno più ragione di esistere, dopo che hai brutalizzato e sbeffeggiato alcune delle principali tesi salviniane, ci proponi affermazioni di questo stampo? Sarà forse che la figuraccia rimediata recentemente ti ha dato alla testa? Insomma, ti sei bevuto il cervello? O vuoi prenderci in giro?

Be’, capisco queste rimostranze, ma in realtà c’è una spiegazione più semplice. Il fatto è che ci può essere una certa distanza tra la teoria e la pratica. Per quanto riguarda la teoria, confermo tutto quello che ho già scritto. Quando si pone però il problema di mettere in pratica idee così astratte, può darsi che ci si ritrovi a scendere a compromessi. Può darsi che il percorso per arrivare all’obiettivo sia tortuoso. In alcuni casi l’azione da intraprendere può essere paradossale. Come quasi tutti i bovini, anche Bue punto zero è fedele al Tao, e quindi gli pare naturale che per innalzare qualcosa, prima la si debba abbassare; che per raddrizzare si debba piegare; che per riempire si debba svuotare; che per unire si debba dividere.
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Il Chiodo fisso

I lettori più attenti avranno notato che negli ultimi tempi l’onorevole Salvini — al quale, per la simpatia che mi ispira, auguro di pinzarsi il pisello nella patta dei pantaloni — è diventato un chiodo fisso di Bue punto zero. Effettivamente mi sto impegnando per abbattere, uno dopo l’altro, tutti i suoi principali cavalli di battaglia. Metaforicamente, s’intende, perché fra quadrupedi erbivori non può esserci che solidarietà ed empatia, a prescindere da chi portiamo in groppa.

Oggi è il turno del turpe e smaccato utilizzo del Crocifisso, baciato in mondovisione e variamente ostentato nelle più disparate occasioni.

Che ciò venga fatto per calcolo politico è evidente. Che la parte di elettorato cattolico o ateodevoto che vede di buon occhio questi atteggiamenti sia più nutrita della parte che lo trova disgustoso è probabile. Che questo atteggiamento sia coerente con i princìpi fondanti della Chiesa è assai discutibile. Vi sono anzi le prove che già nel diciannovesimo secolo la Chiesa cattolica era più avanti rispetto a certe idee reazionarie che vengono oggi propalate dal nostro soggetto.

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Un fisco iperbolico

Italia

Vi piacerebbe pagare le tasse in maniera iperbolica?

Forse è meglio riformulare la domanda: vi piacerebbe una riforma che semplifica drasticamente il sistema fiscale, che riduce le sperequazioni, che mette d’accordo tutte le principali forze politiche, che favorisce le famiglie e le aziende, e in più è fedele ai dettami costituzionali? Bene, allora questo articolo fa per voi. Spero che avrete la pazienza di arrivare fino in fondo: non vorrei che vi perdeste il colpo di scena che ho preparato per i lettori più tenaci.

Recentemente si sente molto parlare di flat tax, un anglicismo che evidenzia l’incapacità della nostra classe dirigente di utilizzare correttamente la lingua italiana. Il termine flat significa “piatto” — piatto, per intenderci, come un encefalogramma — e denota la volontà di uniformare la pressione fiscale, facendo contribuire tutti, dai più benestanti ai più indigenti, con la stessa percentuale di reddito.
Spesso in passato il nostro faro è stato la Costituzione, la quale a questo proposito prevede (art. 53): il sistema tributario è informato a criteri di progressività. Si tratta chiaramente della negazione del concetto di flat tax.

Quando mi sono chiesto quale sia il modo più semplice di applicare questo principio costituzionale, e mi sono dato la risposta che trovate descritta sommariamente in questo articolo, mi sono reso conto che tra i suoi benefici immediati potrebbe esserci la soluzione di quasi tutti i problemi dell’Italia e più a lungo termine anche del resto del mondo. Poiché in questo campo gli “esperti” (o presunti tali) hanno spesso preso delle cantonate mostruose, la possibilità che una proposta formulata da qualcuno che non ne capisce una cippa di fisco e di altre questioni economiche sia valida forse non è poi così remota. Per questo, sull’onda del dannunziano memento audere semper, ponendo seriamente a rischio la mia reputazione e la mia onorabilità, ho deciso di renderla pubblica.
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Se questo è un uomo

Se questo è un uomo

Le cose viste e sofferte mi bruciavano dentro, mi sentivo più vicino ai morti che ai vivi. Poi lo stesso mio scrivere diventò un’avventura diversa, non più l’itinerario doloroso di un convalescente, ma un costruire lucido: un’opera di chimico che pesa e divide, misura e giudica su prove certe, e s’industria di rispondere ai perché.

P. Levi

Matteo Salvini ha annunciato che si recherà all’Istituto Tecnico Industriale “Vittorio Emanuele III” di Palermo per l’apertura del prossimo anno scolastico, con il proposito di spiegare che è sbagliato accostare leggi razziali e difesa dei confini.
Mi permetto di suggerire al Dirigente Scolastico dell’Istituto, o al suo eventuale incaricato, la prolusione a questo elettrizzante evento.

Duemilacinquecento anni fa, anno più anno meno, Siddhartha Gautama detto il “Buddha” suggeriva ai suoi discepoli: “Riconosci te stesso in ogni essere”.
Cinque secoli più tardi, Yehoshua di Nazareth detto il “Cristo” affermava: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poco importa se i due personaggi a cui sono attribuite queste parole le abbiano davvero pronunciate. Sta di fatto che esse, accompagnate da molti altri insegnamenti correlati, sono state sospinte dal vento della storia rispettivamente verso oriente e verso occidente, fino ad abbracciare tutto il mondo, e oggi, stando alle statistiche, sono più di tre miliardi le persone che si riconoscono in almeno una delle due citazioni.

Non è certamente tra i nostri obiettivi fare proselitismo religioso, così come non ci interessa la propaganda politica. Qui siamo in una scuola, qui siamo interessati ad una cultura finalizzata allo sviluppo del senso critico, al ragionamento, all’analisi e alla comprensione del mondo che ci circonda. Ci sta a cuore, soprattutto, l’educazione civica delle giovani generazioni.
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Oltre il confine

Nel 1865 Jules Verne, che può essere considerato uno dei fondatori della moderna fantascienza, pubblicava un romanzo intitolato “Dalla Terra alla Luna”, nel quale è descritto con un certo realismo un abitacolo a forma di proiettile sparato nello spazio, con a bordo un equipaggio umano.

Nel 1961 Jurij Gagarin, giovane talento dell’aviazione sovietica, veniva scagliato al di sopra dell’atmosfera nella navicella Vostok 1, diventando il primo cosmonauta della storia e trasformando in realtà ciò che per poco meno di cento anni era stato solo fantascienza.

Mentre si trovava in orbita, e per la prima volta occhi umani osservavano la Terra da una simile prospettiva, si narra che abbia detto: “La Terra è blu. Che meraviglia, è incredibile!”. E che abbia poi aggiunto: “Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini.”

Qualche volta le rivelazioni più sorprendenti sono allo stesso tempo le più ovvie. Questa storica frase in effetti, sotto un certo punto di vista, è proprio di un’ovvietà sconcertante. Che la Terra sia in gran parte coperta di oceani era un fatto già noto da tempo. Tutti inoltre sanno che in molti casi i confini tra gli stati sono convenzionali linee immaginarie, non visibili né da vicino né da lontano. Da un altro punto di vista, poi, l’affermazione è imprecisa, perché al contrario alcuni confini sono demarcati da evidenti discontinuità naturali come mari e catene montuose, ben visibili anche dallo spazio. Ciò nonostante questa frase suggerisce una verità fondamentale, che si stava consolidando non solo sotto gli occhi di Gagarin, ma anche di tutti i suoi contemporanei.
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Ancora qui

Fedele al vecchio motto “scrivi poco, scrivi fuoco”, Bue punto zero per parecchio tempo non si è fatto sentire. Molto di ciò che ha pubblicato in passato è tuttora valido, e questa circostanza ha reso a lungo superfluo lo sforzo di aggiungere nuovi articoli.

L’incombere di nuove elezioni rende particolarmente attuali i numerosi messaggi che sono stati indirizzati agli elettori di Berlusconi (ad esempio questo), nonché l’articolo nel quale avevamo lasciato spazio nientemeno che a un elettore (ex elettore?) leghista. Anche le considerazioni sulla minestra putrida (si intende la coalizione che comprende Forza Italia e Lega) sono ancora valide, anzi il disgusto viene acuito dall’aggiunta massiccia di addensanti quali razzismo e xenofobia.

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