La cattiva notizia

1 In principio era il denaro, e il denaro era presso il potere, e il potere era corruzione. 2 Venne Bettino a predicare il latrocinio della pecunia pubblica, e molti lo seguivano. Ma egli diceva loro: “Dopo di me viene uno che è più forte di me: io vi ho rubato gli spiccioli, ma lui vi lascerà in mutande”. 3 E venne anche Silvio per farsi battezzare, e quando uscì dall’acqua vide aprirsi i cieli e le reti Mediaset scendere su di lui. E si sentì una voce dal cielo: “I programmi riprenderanno dopo la pubblicità”.

4 Lo Spirito condusse allora Silvio su una nave da crociera e lì lo lasciò per quaranta giorni e quaranta notti, sottoposto ad ogni tentazione. 5 Quando vide che iniziava ad annoiarsi, il diavolo lo riportò in città, lo pose sulla guglia più alta del tempio e gli disse: “Guarda, tutto questo regno con tutta la sua ricchezza e la sua gloria può essere tuo”. E Silvio rispose: “Qua la mano, affare fatto”.

6 Da quel giorno Silvio cominciò la sua predicazione, e la sua fama si sparse in tutta la regione. Passando vicino ad un bosco vide due mafiosi che andavano a caccia, e disse loro: “Venite con me, e vi farò procacciatori di voti”. E quelli, lasciata la lupara, lo seguirono. 7 Imprenditori e faccendieri gli portavano le prostitute affinché egli le liberasse dagli spiriti immondi, e gli dicevano: “Se lo vuoi, tu puoi aiutarmi”. Ed egli, chiamata la folla, diceva loro: “Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c’è nulla fuori della donna che, entrando in lei, possa contaminarla”.

8 La sua fama cresceva ogni giorno e una moltitudine lo seguiva, ma gli scribi e i farisei dicevano: “Chi è costui a cui demoni dànno ascolto, che mangia e beve con le prostitute e i peccatori?” 9 Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: “È malato”. Ma egli rispose loro: “Non sono i nani che hanno bisogno del medico, ma i togati. Io non sono venuto per chia… [in questo punto il manoscritto risulta poco leggibile] … ma le peccatrici”. 10 Gli scribi e i farisei si riunirono e dissero: “Costui rende falsa testimonianza e corrompe i costumi del popolo”. E tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo.

11 Silvio, chiamati a sé i discepoli, li istruì con queste parole: “Io vi mando come lupi in mezzo alle pecore, siate dunque prudenti come colombe e avidi come serpenti. Io vi avviso: sarete trascinati nei tribunali per causa mia, ma quando vi interrogheranno non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire: i miei avvocati vi diranno come rispondere”.

12 Silvio andava di villaggio in villaggio con i suoi discepoli. Tutti gli infermi gli si avvicinavano, ed egli prometteva loro che avrebbe sconfitto il cancro. Fu invitato all’inaugurazione di un ospedale, ma i farisei, avendo saputo che era lì, andarono per contestarlo. Egli disse allora: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. 13 Chiamata a sé la folla e tutti i discepoli, disse loro: “La sapete quella della mela?”. E raccontava molte barzellette, e alla folla non parlava se non per mezzo di barzellette. Ma in privato ai suoi discepoli, che non le capivano, spiegava ogni cosa.

14 Quando Silvio entrava in una città, una gran folla si radunava nella piazza per ascoltarlo, e portavano le bandiere e lo osannavano e cantavano inni. Poi la sera Silvio dava ai discepoli pani e pesci in grande quantità, ed essi li distribuivano ai presenti i quali lo lodavano e dicevano: “Ma guarda che ci tocca fare per campare”. 15 Un giorno si avvicinarono ai discepoli gli esattori delle imposte e chiesero loro: “Il vostro maestro paga le tasse?”. Essi andarono da Silvio a riferirgli l’accaduto, e gli chiesero: “È giusto pagare le tasse?”. Egli rispose: “Scendete al fiume e gettate l’amo. Quando il primo pesce abboccherà, apritegli la bocca e troverete una moneta”. I discepoli fecero come aveva detto, e tornarono con la moneta. Gli domandarono: “Dunque è giusto pagare le tasse?”. Silvio prese la moneta, se la mise in tasca e rispose: “No”.

16 Quel giorno uno dei discepoli di Silvio, che aveva mangiato nel suo stesso piatto, in cuor suo decise di tradirlo, e andò dai sacerdoti e dalle guardie per consegnarlo nelle loro mani. 17 Silvio fu preso e trascinato davanti al sinedrio, dove il sommo sacerdote lo accusò: “I testimoni dicono che hai corrotto senatori e giudici, frodato il fisco, fornicato con minorenni, rubato e mentito a destra e a manca. Che cosa dici in tua discolpa?”. 18 Silvio rispose: “Oggi non posso, ho un disturbo alla vista”. I presenti, sentito questo, dissero: “Costui che ha ridato la vista al cieco, non poteva trovare una scusa meno ridicola?”. Ma il processo fu rinviato al giorno successivo.

19 Quando il sinedrio si fu nuovamente riunito il sommo sacerdote ripeté le accuse e aggiunse ancora: “Tutte queste cose sono proibite dalla legge: che cosa rispondi?”. Silvio disse: “Tu sei in errore: porta qui il Libro della Legge”. 20 Il sommo sacerdote si recò al tempio e aprì il Libro della Legge, e vide che molte pagine mancavano. Tornò allora davanti al sinedrio e annunciò: “Il fatto non costituisce più reato”. Subito dopo si dimise, e Silvio fu eletto al suo posto.

21 Durante tutti gli anni in cui fu sommo sacerdote, Silvio divenne sempre più ricco, mentre il popolo era sempre più povero e soffriva la fame. Per questo essi pregavano ogni giorno di essere liberati da Silvio, ma nessuno esaudiva le loro suppliche.

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4 commenti

  1. marinabo43

     /  18 Maggio 2013

    Decisamente è il tuo capolavoro!!!

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  2. Condivido
    Sono divisivo si sa Bue punto zero.

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    • Per ora fortunatamente la divisività non è ancora un reato. Però il testo qui sopra narra fatti storici senza esprimere giudizi, e pertanto non è divisivo: chi ammira e vota Berlusconi lo fa proprio perché si comporta come descritto. Chi lo odia, idem.

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