Lo Spettro delle Elezioni Anticipate

Contro il Disegno di Legge recante norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, ecco un’altra iniziativa clamorosa. Berlusconi non vuole che si sappia che cosa dice al telefono? Bene: noi siamo già oltre. Nottetempo intercetteremo i suoi incubi e il giorno dopo, prontamente, li pubblicheremo.  Anche quelli non penalmente rilevanti. A dire il vero, abbiamo già iniziato. Ora staremo a vedere se salterà fuori qualche emendamento contro questo tipo di intercettazioni.

Ma veniamo al dunque: questa notte il Premier ha sognato lo Spettro delle Elezioni Anticipate. Ecco l’immagine che è stata catturata appena prima che il Premier si svegliasse in preda al terrore:

Lo Spettro delle Elezioni Anticipate

Iniziativa “liste della vergogna”, altrimenti dette “pudenda”

(NB: è disponibile una nuova pagina che presenta l’iniziativa in modo più articolato)

Il termine latino “pudenda”, gerundivo di pudeo (“ho vergogna”), è usato per indicare le cose di cui ci si deve vergognare. In epoche passate era costume tenere ben nascosto tal genere di cose, ma dai tempi dei latini molte abitudini sono cambiate, e oggi è al contrario assai comune che le pudenda vengano esposte in pubblico. Questa scelta può avere un effetto catartico, ed auspicabilmente potrebbe aiutare a far cadere il Governo [NB: questa proposizione era riferita al precedente governo Berlusconi: la caduta dell’attuale governo Monti resta comunque auspicabile come corollario allo scioglimento delle Camere]. Tutti possono utilmente partecipare a questa lubrica iniziativa.

I seguenti articoli includono alcune delle massime vergogne d’Italia assieme a spiegazioni dettagliate sugli obiettivi e sui metodi dell’iniziativa. Se gestisci un blog o qualunque altro tipo di sito Web, sei invitato a partecipare: non solo non costa nulla, ma in prigione troverai vitto e alloggio gratis (forse).

–> Pudenda #1 <– (la prima lista con annessa illustrazione dell’iniziativa)

–> Le liste della vergogna <– (approfondimento sugli obiettivi dell’iniziativa)

–> Pudenda #2 <–

–> Pudenda #3 <–

–> Pudenda #4 <–

–> Pudenda #5  <– (Vip Edition)

–> Topi all’arrembaggio <– (il primo successo di Bue punto zero)

–> Pudenda #6 <–

–> Pudenda #7 <–

–> Pudenda #8 <–

Le liste della vergogna

I segnali sono incoraggianti. Il malumore dopo tanto serpeggiare sta iniziando a camminare a quattro zampe. Soprattutto, il Premier ha giocato la carta che molti aspettavano con trepidazione, convinti che rappresentasse la sua ultima spiaggia e che la serbasse per utilizzarla solo quando si fosse trovato con le spalle al muro. Siamo ad un bivio: se “Forza Gnocca” vincerà alle prossime elezioni, le speranza che l’orgoglio bovino possa risollevarsi verrà definitivamente spazzata via.

Questa malaugurata ipotesi non è, purtroppo, così inverosimile. Berlusconi ha più vite di un Terminator, e quando sembra spacciato è capace di ricominciare a strisciare aggrappandosi con i denti alle gambe delle sedie. Ma, evitando per ora le suggestioni apocalittiche, cerchiamo di concentrarci sul qui e ora, e di essere per quanto possibile ottimisti: tra gli scenari che si prospettano, quali sono quelli che includono soluzioni pacifiche ai problemi più impellenti?

Una risposta si trova nell’articolo 88 della Costituzione: “Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere”. È molto semplice. Napolitano chiama Fini e gli dice: “Buongiorno, onorevole, come va? Volevo sentirla”. Dopo un po’ di convenevoli lo saluta e riattacca. Poi chiama Schifani  (lavoro sporco, quello del Presidente della Repubblica, ma qualcuno deve pur farlo) e ripete lo stesso copione. “Lieto di averla sentita”, conclude. Poi chiede ai suoi collaboratori di smazzarsi tutta la parte burocratica, mette qualche firma vicino alle crocette, e via: le vergogne sono sciolte come neve al sole.

Purtroppo il Capo dello Stato ha già lasciato intendere di non essere propenso a percorrere questa strada. La speranza è l’ultima a morire, e quindi ci seppellirà tutti.

L’altra soluzione non proprio pacifica ma quasi è l’implosione del Governo e della maggioranza che lo sostiene. Su questo aspetto, dicevo, si notano segnali incoraggianti. Ci sono senza dubbio molti motivi per cui gli onorevoli che sostengono il governo dovrebbero sentirsi sotto pressione. Ciascuno sta cercando capire quale sia il momento giusto per saltare giù dalla nave che affonda, e non è facile: il rischio di prendere l’iniziativa troppo presto o troppo tardi, con conseguenze disastrose per il suo futuro, è notevole. Uno stress del genere può portare a sbalzi d’umore, risposte sgarbate, litigi per motivi futili e altre cose minime che possono però ingigantirsi e auto-alimentarsi fino ad incendiare il clima. A questo punto chiediamoci: che cosa possiamo fare per accrescere questa pressione, per aumentare lo stress e facilitare il collasso della maggioranza?

L’iniziativa che dà il titolo a questo articolo nasce da qui, ed è l’ambiziosa ma naturale estensione di quella che ho proposto precedentemente. Alle intenzioni già espresse, si aggiunge quella di far sentire sul collo di ciascuno di loro singolarmente e personalmente il fiato del maggior numero possibile di cittadini. Ci sono ovviamente già tantissime lodevoli iniziative, gran parte delle quali pacifiche, che mirano a contrastare l’azione di questa maggioranza. Sistematicamente essa se ne fa crasse risate, perché si sente al sicuro e ritiene, sotto sotto, che la cosa non la riguardi. Ma se si consolidasse l’abitudine di additarli all’opinione pubblica uno per uno, forse la convinzione che il Parlamento sia il posto ideale dove un poco di buono o aspirante tale può trovare tranquillità nascondendosi e mimetizzandosi in mezzo a tanti altri consimili potrebbe giungere rapidamente al tramonto.

Siamo ad un bivio. Da una parte c’è Forza Gnocca. Dall’altra l’ignoto. Se preferite la seconda opzione, e se gli obiettivi che ho esposto vi sembrano condivisibili (non importa se vi sembrano anche realizzabili), vi invito ad unirvi a questa iniziativa. Non dovete fare altro che pubblicare dove vi è possibile (blog, forum, social network, eccetera) una breve lista simile a questa, possibilmente scegliendo nomi diversi e aggiungendo eventualmente un link a Bue punto zero per le spiegazioni; potete anche segnalare la vostra adesione con un pingback o un commento manuale a questo articolo. Se non avete modo di partecipare attivamente, potete sempre far girare la voce sollecitando altri a farlo per voi.

Grazie per la collaborazione!

Pudenda #1

Come preannunciato in un precedente intervento, pubblico oggi la mia prima lista. Concentratevi e procedete con calma.

  1. Carla Castellani
  2. Carlo Ciccioli
  3. Giovanni Fava
  4. Isidoro Gottardo
  5. Simonetta Licastro Scardino
  6. Marco Martinelli
  7. Piergiorgio Massidda
  8. Giovanna Negro
  9. Fabio Rizzi
  10. Paolo Tancredi

Se non avete riconosciuto questi nomi, vuol dire che ho già segnato un punto; altrimenti potete saltare direttamente al prossimo paragrafo. Nel primo caso sarete forse curiosi di sapere chi sono questi Carneade e perché li ho esposti qui. Ebbene, anche se mi disgusta comporre una tale sequenza di lettere sulla tastiera, risponderò: la lista include dieci deputati e senatori della sedicesima Legislatura della Repubblica italiana. E non deputati e senatori qualunque, ma iscritti ai gruppi parlamentari del Popolo della Libertà e della Lega Nord Padania.

Perché, nonostante la ripugnanza che ispira, ho pubblicato questa lista? Ci sono alcuni parlamentari, tra quelli che sostengono il Governo [Berlusconi IV, NdR], i cui nomi tutti conoscono, che operano in prima linea e la cui reputazione è ormai definitivamente compromessa. Ma ce ne sono molti altri che possono sperare, una volta finita la legislatura, di godersi la pensione in un tranquillo anonimato o, peggio ancora, essere rieletti. Che accadrebbe però se, uscendo per l’ultima volta dalla Camera o dal Senato, trovassero le strade tappezzate con manifesti recanti il loro nome stampato a caratteri cubitali e, collocato sotto la minacciosa scritta “Noi non dimentichiamo”, l’elenco delle porcate che hanno votato? Purtroppo quel momento è ancora lontano, ma per muovere un primo passo nella direzione giusta la mia proposta è di diffondere nel Web una serie di liste come quella qui sopra. È importante che ogni lista sia abbastanza breve da permettere a chi la legge di soffermarsi su ciascun nome e memorizzarlo. Naturalmente l’elenco completo si trova sul sito del Parlamento, che è la fonte ufficiale da cui ho tratto, rimestando e pescando a caso con un lungo bastone, la presente lista.

Anche se ammetto che sia molto improbabile che accada, nutro poi la tenue speranza che qualcuna delle persone che ho nominato venga a sapere della mia iniziativa, e che ne sia infastidita. Potrebbe ad esempio domandarmi: “Perché proprio il mio nome, in mezzo a centinaia di altri parlamentari?”. E se mi chiedesse in modo cortese di rimuovere questo articolo, naturalmente mi dimostrerei collaborativo e sarei pronto ad intervenire il giorno stesso in cui il sito del Parlamento desse notizia ufficiale delle dimissioni dell’interessato.

Quando infine l’espressione “deputato/senatore della sedicesima legislatura” sarà universalmente e pacificamente riconosciuta come gravemente lesiva della dignità di colui al quale è accostata, può darsi che sarò costretto a pubblicare una rettifica, poiché come è noto il bavaglio che potrebbe entrare in vigore non si applicherà alle notizie false, ma semplicemente a quelle ritenute offensive dall’interessato.

Fino ad allora, comunque, seguiterò a pubblicare periodicamente nuove liste di nomi pescati a caso dal Parlamento della Repubblica italiana.

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Dovrebbe dimettersi

Alla fine il coro unanime di coloro che chiedevano con urgenza alle gerarchie ecclesiastiche di prendere posizione nei confronti delle molteplici e bizzarre illazioni circa la vita privata del Premier ha ottenuto una risposta. Un cardinale, il cui nome per rispetto nei suoi confronti non riporterò per esteso, ma mi limiterò ad identificarlo con l’iniziale, ha inserito in un suo discorso ufficiale dei riferimenti impliciti, ma piuttosto mirati, all’argomento. Lo ha fatto inevitabilmente in maniera impacciata, cercando come si suol dire di assestare ora un colpo al cerchio e ora uno alla botte, senza sbilanciarsi troppo né da una parte né dall’altra. Il suo imbarazzo è comprensibile, e denota ancora una volta quello iato, direi quasi lo scollamento, che da secoli esiste nel mondo cattolico tra la teoria e la prassi.

Che l’attuale Governo [Berlusconi IV, NdR], dal punto di vista della Chiesa, sia nella storia d’Italia uno dei più aderenti ai principi evangelici fondamentali è evidente, e infatti sinora gli alti prelati non gli hanno fatto mancare il loro appoggio pressoché incondizionato. Chi non lo riconosce, probabilmente confonde la retta dottrina con un generico buonismo, figlio del sincretismo o peggio ancora di un indifferentismo che porta molti a considerare interscambiabili tutte le fedi, a patto di comportarsi in modo onesto.

Ma il Cristianesimo ha la sua cifra distintiva in passi come questo: “Io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle” (Matteo 5, 39-42).

Uno statista devoto non potrà che declinare questi insegnamenti nell’ambito politico-sociale e instillarli nella sua azione di governo. Chi è, socialmente parlando, il malvagio? Chi è che porta via la tunica al prossimo, o che costringe altri a faticare più del dovuto? Si tratta senza ombra di dubbio dell’evasore fiscale. La parola d’ordine quindi è: piena libertà di evasione, soprattutto per i più “malvagi”, cioè i più ricchi. Il Premier poi non manca di applicare in prima persona il precetto della generosità incondizionata, riversando abbondantemente il denaro risparmiato sugli indigenti che gli chiedono aiuti finanziari.

Il riferimento evangelico più importante, però, il vero faro del Governo, è un altro: la celebre parabola della zizzania: “Un uomo ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio” (Matteo 13, 24-30). Il significato della parabola è oltremodo chiaro: i figli del maligno (la zizzania) devono essere lasciati delinquere in pace. Inutile, anzi controproducente, perdere tempo a perseguire e processare i criminali. Ne discendono iniziative come limitazione o blocco delle intercettazioni, processo lungo, prescrizione breve e molte altre. D’altra parte Gesù Cristo ha detto anche: “Non giudicate, per non essere giudicati” (Matteo 7, 1). Chi si oppone a questo insegnamento più di colui che giudica gli altri per professione? Per questo il giudice è l’Anticristo per eccellenza.

Il cardinal B., però, in questi giorni si è guardato bene dal mettere in evidenza i meriti del Governo. Ha invece condannato in maniera netta l’evasione fiscale (un “cancro sociale”) e lanciato vaghe rampogne verso il “deterioramento del costume”, “comportamenti non solo contrari al pubblico decoro ma intrinsecamente tristi e vacui”, “stili di vita difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica”, giustificando poi così la sua digressione, quasi a volersi scusare: “Da più parti, nelle ultime settimane, si sono elevate voci che invocavano nostri pronunciamenti.”

Ma ancora una volta i comportamenti del Premier sono improntati ad una attenta ed umile lettura della Bibbia. Essa abbonda di riferimenti a prostitute e ad atti di prostituzione. Che male c’è dunque se egli si riempie la casa di meretrici e, inscenata una vera e propria sacra rappresentazione, immedesimandosi pienamente nel Cristo le perdona, le benedice e le congeda con un solenne: “Va’, e non peccare più”?

Purtroppo B., per il suo ruolo di Cardinale, non può limitarsi al Vangelo, ma deve rispettare una prassi morale che di evangelico ha ben poco, essendo stata stabilita secoli dopo da un pugno di Padri della Chiesa frustrati e sessuofobici. La Chiesa intesa come popolo di fedeli da tempo lo ha capito, e di fatto se ne infischia dei vari precetti relativi alla sessualità, ma le gerarchie stentano ancora a distaccarsi dalla Tradizione, considerandola sostanzialmente immutabile. E quindi se un uomo sposato divorzia e trova una nuova fidanzata, pur con l’accortezza di mantenere lontana dai riflettori la sua relazione per non dare motivo di scandalo ai benpensanti ipocriti, automaticamente scatta impietosa la gogna: peccato di fornicazione.

È comprensibile l’imbarazzo del Cardinale. Ma in una situazione come questa la cosa poteva essere gestita certamente meglio. Piuttosto sarebbe stato preferibile il silenzio. Insomma, B. dovrebbe dimettersi.

C’è lista e lista

Recentemente è stata pubblicata nel Web una lista di nomi di uomini politici che sarebbero, secondo il suo estensore, omofobi e nello stesso tempo cripto-omosessuali. Molte voci di dissenso circa questa iniziativa si sono levate da più parti, ed è anche stata avviata un’inchiesta della magistratura.

Effettivamente, anche se forse le intenzioni alla base di questa iniziativa potevano essere buone, in questo caso c’è qualcosa di sbagliato nel metodo. Un’intenzione buona potrebbe essere quella di mettere in evidenza le incoerenze dei politici. Nessuno pretende naturalmente che i politici siano coerenti, ci mancherebbe. Ma è giusto che gli elettori sappiano chi è coerente e chi no, in modo che al momento di esercitare il loro diritto al voto possano effettuare, se lo ritengono opportuno, una selezione basata anche su questo parametro.

Le buone intenzioni però non bastano a cancellare gli errori, che sono almeno due.  In primo luogo mancano, o almeno non sono stati pubblicati, elementi che comprovino le affermazioni fatte. Questo mina alla base la credibilità dell’iniziativa, poiché chiunque può affermare qualsiasi cosa su qualunque argomento, ma in assenza di prove la prudenza porterà a ritenere inattendibili tali affermazioni. In secondo luogo, l’orientamento sessuale è un dettaglio della vita privata che dovrebbe rimanere tale anche per un uomo politico, a meno che egli stesso non voglia renderlo noto, magari per farne una bandiera della sua attività politica.

Tutto questo non significa naturalmente che si debba ignorare del tutto la possibilità che esistano politici omofobi e omosessuali. Anche se magari sono una minoranza, non per questo dovrebbero essere trascurati. Evidentemente costoro soffrono di un grave complesso psicologico, non privo di arcane influenze clericali, che impedisce loro di convivere serenamente con la propria natura, e sfogano sugli altri –coloro che di questo complesso non soffrono e si accettano senza problemi– la loro frustrazione. Sarebbe auspicabile che costoro, sempre sotto la tutela dell’anonimato, ed eventualmente a spese del servizio sanitario pubblico, venissero presentati ad uno specialista che potrebbe aiutarli, col tempo e l’impegno, a guarire (dall’omofobia, s’intende). Nel frattempo però sarebbe opportuno che sospendessero la loro attività politica, perché non è socialmente utile, anzi probabilmente è dannoso, un governante affetto da simili problemi. In ogni caso pubblicare una lista contenente i nomi di questi politici mescolati a nomi di altri che magari non condividono lo stesso problema quasi certamente non gioverà né a loro né a nessun altro.

Probabilmente in quella lista sono poi presenti alcuni omofobi che non sono affatto omosessuali. In quel caso non è auspicabile, credo, imporre una soluzione di tipo medico. Ci si può limitare ad augurare loro di incontrare un bel maschione superdotato che li porti a raggiungere e superare inimmaginate frontiere dell’estasi, in modo tale che possano nel caso migliore allargare le loro vedute e diventare più tolleranti, nel peggiore trasferirsi nella categoria precedentemente esaminata e subire le cure conseguenti, dopo aver comunque sospeso la loro attività pubblica.

Non tutte le liste, tuttavia, sono come quella di cui si è parlato sinora, né è sempre necessariamente errata la decisione di pubblicarle. È possibile additare all’opinione pubblica liste contenenti nomi e cognomi, a patto che il comune denominatore dei loro membri sia ad un tempo un dato di interesse pubblico e dimostrabile in modo certo.

È mia intenzione pubblicare prossimamente una simile lista. Anzi, non una sola, ma una lunga serie. Con la sincera speranza che qualcuno, sentendosene offeso, si faccia avanti per chiedermi di rimuoverle.