Italiani, brava gente

Davvero, non sono cattivi, almeno non così tanto come potrebbe sembrare. È solo che la democrazia non fa per loro. Basti pensare che l’onorevole Berlusconi non ha neppure ancora deciso se vuole fare il ministro dello sviluppo economico di Mediaset oppure il ministro della giustizia ad personam, e già sta salendo nei sondaggi: milioni di italiani entusiasti e giubilanti ad una sola voce implorano: “Sì, sì, ancora!”.

Nulla può illustrare la situazione meglio di questo monologo, testimonianza di incomparabile valore che probabilmente entrerà a far parte dei testi scolastici multimediali del futuro, stante la sua capacità di esprimere con plastica efficacia la situazione politica dell’Italia a cavallo tra il secondo e il terzo millennio, e nello stesso tempo di offrire agli studenti una limpida illustrazione del concetto di allegoria.

Ricapitolando: è scientificamente ormai provato in modo inequivocabile da più gruppi di ricercatori qualificati e indipendenti che ogni malefatta vera o presunta perpetrata dal nostro soggetto e rilanciata dai media non fa che aumentarne la popolarità presso l’elettorato e conseguentemente il peso politico. Da qui nasce, immediata e folgorante, l’idea di parlarne bene, per cercare di ottenere l’effetto contrario.

Può sembrare difficile, ma Bue punto zero non si ferma davanti a niente. Coraggio, proviamo a parlar bene di Berlusconi. Per cominciare, si deve anzitutto considerare il suo ruolo di direzione e di ideatore di un’attività delittuosa tesa ad una scientifica e sistematica evasione di portata eccezionale.

Può andare? Allora proseguiamo: va poi considerata la particolare capacità di delinquere dimostrata nell’esecuzione del disegno, consistito nell’architettare un complesso meccanismo fraudolento ramificato in infiniti paradisi fiscali, con miriadi di società satelliti e conti correnti esclusivamente in funzione del disegno delittuoso.

E ancora, possiamo forse trascurare che dalla suddetta attività gli è conseguita un’immensa disponibilità economica all’estero in danno dello Stato?

Funziona? Benissimo, allora entriamo nei dettagli: il cosiddetto “giro dei diritti” si inserisce in un contesto più generale di ricorso a società off shore anche non ufficiali ideate e realizzate da Berlusconi avvalendosi di strettissimi e fidati collaboratori. Quello che qui si intende ribadire è la pacifica diretta riferibilità a Berlusconi della ideazione, creazione e sviluppo del sistema che consentiva la disponibilità di denaro separato da Fininvest e occulto. Il sistema così organizzato ha permesso di mantenere e alimentare illecitamente disponibilità patrimoniali estere presso conti correnti intestati a varie società che erano a loro volta amministrate da fiduciari di Berlusconi. Vi è la piena prova, orale e documentale, che Berlusconi abbia direttamente gestito la fase iniziale dell’enorme evasione fiscale realizzata con le società off shore. Deve ritenersi che l’interposizione di tutte le suddette entità nelle compravendite dei diritti provenienti dall’estero sia stata ideata per il duplice fine di realizzare un’imponente evasione fiscale e di consentire la fuoriuscita di denaro dal patrimonio di Fininvest/Mediaset a beneficio di Berlusconi. Si tratta quindi di un preciso progetto di evasione che si è esplicato in un arco temporale molto ampio, in un vasto ambito territoriale e con modalità molto sofisticate.

Bene, credo che per oggi possa bastare (ma chi invece non si sente ancora sazio può proseguire qui). Pensavo fosse difficile parlare bene di Berlusconi o di quelli che lo votano, ma tutto sommato mi sbagliavo: brava gente davvero, non c’è che dire.


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