L’uovo, oggi

L'uovo oggi, la gallina domani

Smaltita l’euforia per la sconfitta di Berlusconi, sotto di più di un milione e mezzo di voti rispetto al PD al Senato e di un milione e trecentocinquantamila e passa rispetto a Grillo alla Camera, adesso è il momento di affrontare la realtà. Ci sono alcune questioni serie che meritano attenzione.

La prima pertiene all’àmbito della fisiologia clinica ed in realtà non è che una conferma di un fatto già risaputo, e cioè che gli effetti della lobotomia sono irreversibili.

La seconda invece è di ordine politico, e riguarda le scelte che farà prossimamente il drappello dei parlamentari eletti con il MoVimento 5 stelle. Grillo afferma di voler ostacolare quel “governissimo” a cui PD e PdL saranno costretti a ricorrere se il MoVimento non appoggerà nessun’altra ipotesi di governo. Ma forse almeno in questo caso Grillo si comporta come tutti i comuni politici: dice una cosa e ne pensa un’altra.

Il dilemma davanti al quale si trova è molto semplice: meglio un uovo oggi o una gallina domani? Meglio un risultato limitato, ma quasi certo e immediato, o uno più a lungo termine, più ambizioso ma più aleatorio?

L’uovo sarebbe Berlusconi. Cooperando con il PD Grillo ha la possibilità concreta di mettere in piedi una legge sul conflitto di interessi, ripenalizzare quello che era stato depenalizzato, espungere dal Parlamento i condannati e così via. Questo potrebbe significare l’eliminazione di Berlusconi dalla scena politica –e forse anche da quella sociale– del Paese.

La gallina è il fine ultimo per cui ha fondato il MoVimento: sfasciare il sistema dalle fondamenta. E la gallina può sperare di ottenerla solo se lascia che il Governissimo si faccia, limitandosi a dire che non gli piace e che non partecipa. Questo significa che Berlusconi entra nel Governo, che influenza l’elezione dei presidenti delle Camere e della Repubblica, che asservisce ogni scelta dell’esecutivo ai suoi squallidi interessi. Così quando si tornerà alle urne il MoVimento otterrà presumibilmente il doppio dei consensi, e spaccherà tutto. O invece (e qui sta l’elemento aleatorio) gli elettori si romperanno le balle anche di Grillo e non andranno proprio a votare, lasciando i destini del Paese nelle mani dei lobotomizzati.

Sarà che siamo pavidi e poco inclini al rischio, ma a noi al momento attuale pare preferibile la prima scelta, che tra l’altro ha questo vantaggio: una volta eliminato Berlusconi non ci sarà bisogno di rimpiazzarlo, mentre una volta demolito il sistema bisognerà sostituirlo con qualcos’altro.

Su quale opzione cadrà la decisione finale? Difficile dirlo. Possiamo però osservare che una delle cose che più stanno a cuore a Grillo è preservare la sua creatura dall’accostamento a qualunque altro partito politico, perché la differenza tra l’uno e gli altri deve essere sempre ben chiara e netta,  e proprio questo potrebbe trattenerlo dal garantire la fiducia ad un governo che includa politici di professione. Da questo punto di vista, però, ci sentiamo di tranquillizzarlo. Per distinguersi dal PdL ci vuole davvero poco: rischi non ce ne sono. E distinguersi dal PD è quasi altrettanto facile, basterà fare una cosa intelligente.


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4 commenti

  1. anna

     /  27 febbraio 2013

    Spero Beppe non si comporti come Sansone, che ha preferito uccidere i Filistei assieme a sè stesso. Bisogna deberlusconizzare il paese quanto prima, è una metastasi !

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  2. Del tutto d’accordo; bisognerebbe far girare questa opinione e lo faccio la fessbukko. Cordialità
    DASCOLA

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