L’allegra lombrìccola

Si può affermare con una certa sicurezza che è più utile un lombrico di Schifani. Schifani non è un verme. Il verme ha una sua dignità di anellide che Schifani neppure si sogna. Solo se a Schifani fosse dato dello Schifani dovrebbe essere considerata ingiuria grave, lesiva della sua reputazione. Ma verme no, è un complimento, un accostamento del tutto improprio. Viva il verme. Abbasso Schifani.

(Fonte: Beppegrillo.it)

Una dozzina di senatori 5 stelle nel ballottaggio per l’elezione della seconda carica dello Stato, carica che si colloca appena un gradino sotto al Presidente della Repubblica, del quale fa le veci in caso di indisposizione, ha scelto di non seguire la linea votata a maggioranza dal gruppo e sostenere Grasso contro Schifani.

Si tratta di una scelta comprensibile e condivisibile. Provate ad immedesimarvi in qualcuno che si trovi nella prospettiva di vedersi di fronte, per tutta la durata della legislatura, un essere che paragonato ad un lombrico risulta viscido e ripugnante. A maggior ragione non possiamo biasimare quelli che, dominando la propria volontà e il proprio istinto, hanno dimostrato il coraggio e l’abnegazione necessari per seguire la linea stabilita dal gruppo nonostante fossero di diverso avviso. Il vero problema è quella maggioranza di trentotto senatori che nella riunione preliminare volta a decidere tale linea ha votato per l’astensione, pur sapendo che alcuni colleghi non avrebbero mai potuto seguire quell’indicazione. Questi trentotto hanno mostrato di non capire che il ballottaggio serve proprio per dare la possibilità a chi nelle votazioni precedenti ha perso il proprio favorito di indicare il meno peggio tra i contendenti rimasti, e non per dichiarare un’adesione incondizionata ad un particolare candidato o al suo entourage.

Vi è qualcuno tra i grillini che ritiene Grasso, per storia personale e levatura morale, paragonabile anch’egli ad una qualche sorta di verme? Benissimo: viva il verme, abbasso Schifani. Il quale comunque –faccio umilmente notare– aveva già occupato con la sua verminosa presenza il centro dell’emiciclo per quasi cinque anni, e quindi, in base ad uno dei princìpi fondamentali del MoVimento, andava comunque alla prima occasione schiodato dalla sua poltrona.

Purtroppo dopo questo episodio le speranze espresse qualche tempo fa di trovare nei parlamentari eletti con il MoVimento 5 Stelle un livello di intelligenza un poco superiore a quello del loro capo politico si sono molto ridotte, e andando avanti di questo passo c’è il rischio che i loro nomi siano tra i primi ad entrare nella nuova serie di Pudenda che sicuramente prima o poi saremo costretti a pubblicare.

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2 commenti

  1. marinabo43

     /  20 marzo 2013

    Caro Bue, a volte la logica di certe menti (oddio, menti è uina parola grossa, ma vabbè….) mi sfugge. Mi risulta che Grillo abbia affermato che il ballottaggio era una trappola per attirare qualcuno dei suoi eletti a votare Grasso, mentre tre PDL e PD-L era già tutto deciso. Ma, domando io, deciso cosa? E se l’astensione dei “grilli” avesse portato, come poteva benissimo, numeri alla mano, alla riconferma di Schifani? Si sarebbero tutti congratulati fra loro a suon di pacche sulle spalle per la fedeltà ai principi? Se si vuole stare fuori dalle logiche parlamentari si è liberissimi di praticare l’astensionismo. Ma stando dentro non c’è altra scelta che accettarne le regole, e scegliere il meno peggio (e non ci voleva molto a capire che Schifani era il peggio del peggio del peggio, anzi, er aun insulto a tutti gli italiani, tranne Berlusconi e i suoi peones).
    Avrei anche un’altra domanda, se sai rispondermi: in quale veste Grillo va da Napolitano? Non è forse vero che nel suo partito non ci sono capi e uno vale uno? Hanno eletto i capi dei gruppi parlamentari, dovrebbero bastare quelli. O non saprebbero che cosa dire senza l’imbeccata dell’ammaestratore?

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