COstretti a VIvere Distanti

Potrebbe essere, almeno sul medio termine, la rivincita dei misantropi.

Ci fu il tempo dei cacciatori-raccoglitori, e quello era il loro eden: se ti andava, potevi passare settimane in perfetta beatitudine senza quasi incontrare anima viva. Poi sorsero l’agricoltura e l’allevamento, attorno a cui crebbero centri abitati sempre più popolosi. I misantropi allora guardavano con disgusto a quei maleodoranti agglomerati, e avevano le loro buone ragioni: malattie infettive di ogni sorta ivi prosperavano e si moltiplicavano. Come se non bastasse, la stretta vicinanza con noi bovini e altri quadrupedi, stipati in angusti letamai, favoriva il passaggio di morbi sempre più temibili da noi all’uomo (senza che ne avessimo la benché minima responsabilità, ovviamente).

Tuttavia lo spirito gregario ebbe la meglio, e il sistema immunitario fece il resto. Il modello basato su grandi metropoli sovraffollate si impose lungo i secoli. Nemmeno la rivoluzione industriale riuscì ad abbatterlo: sebbene le città diventassero sempre più popolose, luride e malsane, il parallelo progresso della scienza medica permise di impedirne (o forse procrastinarne) il collasso.

Ma non è ancora detta l’ultima parola. L’astenersi dall’avvicinare altre persone, il sottrarsi al contatto fisico, da regola imposta quali sono oggi potrebbero un po’ alla volta trasformarsi in consuetudine. Può darsi che tra non molto tempo anche a voi capiti di trovare ripugnante l’idea di avvicinarvi ad un vostro simile. Anche voi, insomma, diventerete un po’ misantropi. Sarà forse la rivincita dei veri misantropi, ma state pur tranquilli che non vi umilieranno con un “ve l’avevo detto”. Perché a loro, di voi, semplicemente non importa nulla.

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