Quiminale

Quando Berlusconi è stato proclamato ufficialmente candidato al ruolo di Presidente della Repubblica, come prima cosa mi sono visto balenare davanti la pletora di articoli che, una decina d’anni fa, avevo incentrato sulla sua abietta figura.

Uno dei primi flash è stato il seguente passo: “Berlusconi ha più vite di un Terminator, e quando sembra spacciato è capace di ricominciare a strisciare aggrappandosi con i denti alle gambe delle sedie”. Certamente quando lo scrivevo avevo ben chiaro il suo significato, ma sinceramente non avrei immaginato di ritrovarmi a riesumarlo più di due lustri dopo la sua pubblicazione.

D’altra parte uno degli ultimi articoli in cui nominavo il lestofante ne preannunciava distopicamente la risurrezione, e il suo agghiacciante vangelo, che risale all’anno precedente, termina tristemente con il popolo che prega invano di essere liberato dall’incomoda presenza.

Mi sembra inutile ora l’articolo in cui mi soffermavo dettagliatamente sui suoi crimini quasi quanto quello in cui cercavo, per l’ennesima volta, di dissuadere un suo elettore dal votarlo. E mi sembra attuale invece quello in cui paventavo la possibilità di finire in galera per vilipendio al Capo dello Stato, nel caso in cui lo Stato scegliesse come vile capo il poco onesto statista di cui sopra.

Ma ora basta guardare al passato: rivolgiamoci al futuro, e poniamoci una semplice domanda: avremo un criminale al Quirinale?

Supponiamo che la risposta sia no, supponiamo che il Parlamento riesca a scansare questo pericolo. Per qualcuno che è in cerca di certezze, il fatto che la possibilità si affacci, ma poi non si verifichi, è poco soddisfacente. Rimarrebbe sempre il dubbio: è stata solo fortuna? Quanto davvero ci siamo andati vicino?

Supponiamo invece che la risposta sia : il prossimo Capo dello Stato sarà un criminale. In questo caso non ci sarebbero dubbi, ma solo una certezza: il sistema è davvero marcio, non c’è davvero nulla che si possa salvare. L’unica possibilità è un reset completo, fare tabula rasa e ripartire da zero. E probabilmente non ci sarà bisogno di una sommossa popolare, del tipo di quella descritta nel Bue e l’asino, perché il sistema collasserà da solo, sotto il peso di una serie immediata e fatale di conflitti tra istituzioni. O almeno così auspico, perché solo l’idea che Berlusconi possa presiedere il Consiglio Superiore della Magistratura, nominare i componenti della Corte Costituzionale, concedere la grazia ai suoi numerosi amici che alloggiano nelle patrie galere, conferire poi loro le massime onorificenze della Repubblica e magari pure renderli senatori a vita mi sembra così fuori da ogni possibile logica che non posso pensare che nessuna delle altre cariche dello Stato coinvolte si metta di traverso, con le buone o con le cattive, e faccia in qualche modo saltare il tavolo.

Detto questo, concluderò sbilanciandomi un poco a favore della prima possibilità. Per questa volta penso di poter fare a meno di questo genere di certezze, mi accontento anche di un fortuito colpo di culo.

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2 commenti

  1. Bellissimo. C’è da aver paura. Ma soprattutto vergogna.

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