Vaccino? Non ci va

“Ciao. Ehi, ti vedo bene!”
“No, guarda, sono uno straccio.”
“Ma ti stai riprendendo, no? Dài, raccontami.”
“Che cosa vuoi che ti dica… è stata dura. Tutti quei giorni in ospedale. Ma non mi sono mai scoraggiato: sono sempre stato convinto che ce l’avrei fatta.”
“E com’era in ospedale? Erano organizzati bene?”
“Mah, sì, eravamo in tanti… cioè: tanti pazienti. Tantissimi. Ma il personale si dava un gran da fare. Purtroppo non tutti ne sono usciti come me.”
“E ti hanno detto qualcosa? Voglio dire…”
“Ah, sì. Nulla di particolare, mi hanno solo lasciato intendere che avrei fatto meglio a vaccinarmi. Io non ho risposto niente, non mi andava di essere sgarbato, e poi come ti ho detto hanno sempre lavorato bene. Be’, insomma, hanno fatto il loro dovere.”
“Hai detto che eravate in tanti? E riuscivano lo stesso a seguirvi tutti?”
“Era proprio il momento del picco. Avevano occupato quasi tutto l’ospedale, io ero in quello che normalmente è il reparto di medicina generale.”
“Càspita! E come hanno fatto a svuotare un reparto? Dove li hanno messi tutti gli altri pazienti?”
“Non lo so, li avranno spostati da qualche altra parte, o li avranno mandati a casa. C’è l’emergenza, che ci vuoi fare: se tiri la coperta da una parte, da qualche altra parte patirai un po’ il freddo.”
“Già, infatti. Sono stato molto in pensiero per te.”
“Oh, ma figurati. Ti dirò: alla fine è stata un’esperienza importante. Quando sono stato meglio ho anche parlato con gli altri, pensa che nel mio reparto quasi tutti quelli che sono guariti erano pure loro non vaccinati. Siamo rimasti in contatto, ci teniamo a far conoscere alla gente la nostra testimonianza, a far sapere a tutti che ce la si può fare anche senza vaccino. Vogliamo far sentire la nostra voce.”
“Veramente, ti ho pensato moltissimo. È incredibile, ma ad un certo punto ho pregato per te.”
“Oh, che bel pensiero.”
“No, forse non capisci… io non l’avevo mai fatto. È stata la prima volta. Mi sono chiesto: se uno non ha mai pregato in vita sua, quell’unica volta che lo fa sarà ascoltato?”
“Ma… io non so cosa dire, mi sento commosso. Sono sicuro che sei stato ascoltato.”
“Al contrario ora penso di aver fatto bene, in passato, a non perdere tempo in quel modo.”
“Allora è vero che non capisco, scusa… io stavo male, tu hai pregato, ora siamo assieme a parlare tranquilli: che cosa c’è che non va?”
“È che io ho pregato perché tu morissi. Nel modo più rapido e indolore, naturalmente: niente di personale. Però non è servito a niente, sei ancora qui e chissà quanti altri danni provocherete in futuro tu e i tuoi amici.”
“…”
“Be’, ora vado. Buona serata.”
“Bu… buona serata.”

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