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Verso la metà del tredicesimo secolo i territori nordoccidentali della Russia erano minacciati dall’espansione teutonica. Il principe Aleksandr raccolse un esercito di cavalieri e di contadini e respinse l’invasore in un’epica battaglia sul lago ghiacciato di Peipus.
Nel 1938 Ėjzenštejn, uno dei più influenti registi cinematografici della storia, girò un film che narra le gesta del principe; Sergej Prokof’ev fu incaricato di comporre la colonna sonora, dalla quale poi trasse la cantata dal titolo “Aleksandr Nevskij”.
A coloro che in questi giorni discutono su come boicottare la cultura e la lingua russe, propongo invece di ascoltare quel brano della cantata che segue l’episodio della battaglia sui ghiacci: non conosco nulla che trasmetta in modo più vivido la desolazione lasciata dalla guerra.
Per loro comodità, rendo disponibili qui sotto il testo e una registrazione. Musica russa, orchestra russa, voce russa, lingua russa. La lingua di quei bambini che, per aver posato un fiore per terra, vengono arrestati su ordine di qualcuno che ha goffamente sbagliato secolo.
Я пойду по полю белому Ктолежит мечами порубленый, Кто погиб за Русь смертью доброю, Не вожму в мужя красивого – | Attraverserò la bianca distesa, Uno giace trafitto dalla spada Chiunque sia morto di buona morte per la Russia, Non sposerò un bell’uomo: |
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