Oltre i limiti della docenza

Immaginiamo per un attimo che, all’interno della nostra società, ad una minima parte dei suoi membri fosse data l’opportunità di trascorrere assieme a virtualmente il 100% della popolazione un’ingente quantità di tempo (indicativamente diecimila ore della vita di ciascun individuo) nel corso del quale potesse aspirare ad ottenere da questo 100% la massima attenzione su di sé e su ciò che dice. Dovrebbe essere chiaro a tutti che in una situazione del genere questa minima parte della popolazione potrebbe esercitare sull’intera società un’influenza ineguagliabile. Se utilizzata nel modo giusto, tale influenza potrebbe essere determinante nel rendere la società stessa più vitale, più coesa, più avveduta, più responsabile. Viceversa, se utilizzata nel modo peggiore potrebbe contribuire a renderla inetta, opportunista, arrogante, insensibile.

Ora si dà il caso che la situazione qui descritta non sia affatto ipotetica; al contrario questa “minima parte” della popolazione dotata del suddetto privilegio esiste e si identifica con il corpo docente delle scuole primarie e secondarie.

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Se questo è un uomo

Se questo è un uomo

Le cose viste e sofferte mi bruciavano dentro, mi sentivo più vicino ai morti che ai vivi. Poi lo stesso mio scrivere diventò un’avventura diversa, non più l’itinerario doloroso di un convalescente, ma un costruire lucido: un’opera di chimico che pesa e divide, misura e giudica su prove certe, e s’industria di rispondere ai perché.

P. Levi

Matteo Salvini ha annunciato che si recherà all’Istituto Tecnico Industriale “Vittorio Emanuele III” di Palermo per l’apertura del prossimo anno scolastico, con il proposito di spiegare che è sbagliato accostare leggi razziali e difesa dei confini.
Mi permetto di suggerire al Dirigente Scolastico dell’Istituto, o al suo eventuale incaricato, la prolusione a questo elettrizzante evento.

Duemilacinquecento anni fa, anno più anno meno, Siddhartha Gautama detto il “Buddha” suggeriva ai suoi discepoli: “Riconosci te stesso in ogni essere”.
Cinque secoli più tardi, Yehoshua di Nazareth detto il “Cristo” affermava: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poco importa se i due personaggi a cui sono attribuite queste parole le abbiano davvero pronunciate. Sta di fatto che esse, accompagnate da molti altri insegnamenti correlati, sono state sospinte dal vento della storia rispettivamente verso oriente e verso occidente, fino ad abbracciare tutto il mondo, e oggi, stando alle statistiche, sono più di tre miliardi le persone che si riconoscono in almeno una delle due citazioni.

Non è certamente tra i nostri obiettivi fare proselitismo religioso, così come non ci interessa la propaganda politica. Qui siamo in una scuola, qui siamo interessati ad una cultura finalizzata allo sviluppo del senso critico, al ragionamento, all’analisi e alla comprensione del mondo che ci circonda. Ci sta a cuore, soprattutto, l’educazione civica delle giovani generazioni.
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