In un mondo perfetto

La tassa patrimoniale di Monopoli

In un mondo perfetto la locuzione “crisi economica” non avrebbe significato. In un mondo perfetto il denaro non esisterebbe, tutti lavorerebbero gratis e si uscirebbe dal supermercato col carrello pieno senza pagare nulla.

Accade che il nostro mondo non sia perfetto e che tutto o quasi tutto sia regolato dal profitto, al punto che la democrazia sta per essere commissariata dalla finanza. Ciò potrebbe apparire intollerabile, se non fosse che in questo stesso mondo imperfetto c’è anche chi vota per l’onorevole Berlusconi. Potendo scegliere il male minore, opteremmo quindi volentieri per il commissariamento.

Da quando è in politica, l’onorevole Berlusconi è apparso interessato principalmente a tre cose: evitare i tribunali, consolidare il suo patrimonio e divertirsi con le mignotte. Lasciando fare a lui, tutto il resto va inevitabilmente in malora. Questo è il male maggiore.

Che dire invece dell’onorevole Monti? Probabilmente è il tipo che a giocarci assieme a Monopoli ti lascia in mutande dopo cinque minuti. Ma se l’interesse dell’alta finanza è avere dei polli da spennare (oppure volendo, per stare in tema, delle mucche da mungere), essa avrà cura che i medesimi polli si conservino in buona salute, per poter continuare a spennarli. Questo è il male minore.

Almeno fintantoché l’onorevole Berlusconi non pescherà dal mazzo l’agognato imprevisto che lo porterà dritto in prigione senza passare dal via.